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La passione scava l'abitudine

Una delle cose che sono finalmente riuscito a fare durante il corso delle ultime due stagioni - oltre a cercare una risposta - è stata ricominciare a leggere. Ero un lettore vorace, fagocitavo pagine e pagine sia su carta che in ebook: romanzi, narrativa, saggi; poi è arrivata mia figlia e basta, solo copertine. Non era il tempo che mancava, o almeno non solo: era lo stimolo alla lettura ad avermi abbandonato. C’era altro da fare, altro di prioritario, di importante, di urgente. I libri? Soprammobili da spolverare.

Dalla scorsa primavera, invece, i libri hanno ripreso a lasciare il comodino e a raggiungere il proprio posto - letti - in libreria, dove forse un giorno qualcuno li risveglierà. Avevo deciso: non avevo tempo ma dovevo trovarlo. Anni fa scrissi su un mio vecchio blog poi chiuso come tanti miei vecchi blog, scrissi che chi non legge non ha scuse: non vuole leggere. Perché il tempo e la motivazione, scrivevo, quei pur pochi minuti di concentrazione quotidiana li trovi, se vuoi. Era un’analisi dura: il tempo per la lettura, un tipo speciale di tempo da dedicare e da dedicarsi, quel tempo è a disposizione di tutti, basta volerlo. Se non lo trovi, anzi: se non lo cerchi è perché non ti interessa. Quel tempo c’è. Ne ero convinto. Non avevo figli, coi figli solo copertine.

Però poi in primavera ho fatto delle scelte: ho ridotto drasticamente la mia dieta mediatica e selezionato con cura letture digitali, blog e siti di informazione da seguire; ho rinunciato a quel briciolo di TV che già poco guardavo e ho smesso di incantarmi al display su Netflix o YouTube; ho rimosso le app dei social network generalisti dal mio dispositivo primario e ne ho anche diminuito fortemente l’accesso, livellando in basso la mia curiosità verso l’inutile; ho selezionato con cura le applicazioni che avrebbero potuto notificarmi sullo smartphone la propria attenzione. Ho scelto di tornare a leggere rinunciando a molte cose, e mi rendo conto che alcune di questo rapido elenco meriterebbero approfondimenti a parte, ma il fondamento è che volevo leggere, e ho deciso quindi come usare il mio - poco - tempo libero: leggendo.

Rinunciare a qualcosa di superfluo e ridurre lo spreco di minuti giornaliero tra news scadenti e social network mi ha aiutato a trovare del tempo per tornare ad occuparmi di una passione di cui ero innamorato. Sarebbe stato lo stesso avessi amato il calcetto, il pilates, il corso di inglese o le partite a tressette. Cambiare le proprie abitudini, scegliere di usare con consapevolezza il proprio risicato tempo libero e riequilibrare le proprie routine è un passo indispensabile per tornare (o iniziare) a fare ciò che si desidera fare. Poi ci sono le giustificazioni.