Chissà se esisti davvero
Un annetto fa scrissi un post dal titolo “ I siti web non servono a niente”. Il concetto era: se per la tua azienda metti online un sito web fatto male, con contenuti incorretti, scritti coi piedi o poco coerenti con la realtà, senza aggiornamenti né una strategia digitale a supporto, il tuo sito web è come un biglietto da visita chiuso in un cassetto: inutile.
Era un articolo per il blog aziendale. Il tono era volutamente un po’ promozionale ma il concetto credo sia chiaro e dei punti descritti ne sono ancora convinto: se non ci lavori, al sito, il tuo sito web non serve chi lo visita.
Durante gli ultimi giorni, sarà stato un caso, mi è capitato di leggere più volte cartelli o banner di aziende che invitano i propri clienti a seguirle su Facebook o Instagram per restare aggiornati sulle proprie iniziative. Nessuno cartello - nessuno! - indicava l’URL del sito web. Alcune aziende non l’avevano, altre sì ma a prender polvere: fermo, povero di contenuti, scritto con ghirigori o tecnicismi, certamente non aggiornato con le iniziative di cui sopra. E allora, ancora una volta, mi sono chiesto: ma serve ancora, un sito web?
Lo dico convinto: sì. Oggi più di ieri, in maniera prioritaria, avere un sito web aziendale è necessario. Aggiornarlo è fondamentale. Curarlo, decisivo. Sì, serve.
È evidente che per il sottoscritto valgono gli stessi punti di descritti nel post precedente, ma credo vadano evidenziati nuovi elementi, meno strategici o marketing, più di utilità.
– Se il social network di turno, per un qualsiasi insindacabile motivo, decidesse di girare i tacchi e cancellare l’account dell’azienda - e vaglielo a spiegare! -, si perderebbero contenuti, visibilità e pubblico. Tutto il lavoro fatto nel corso del tempo pfuf!, volatilizzato. Senza un sito che veicoli i contenuti, non se ne è proprietari: né dei propri dati, né di quelli dei propri utenti. Il sito web rende indipendenti dalle piattaforme.
– La vita media di un contenuto sui social network può variare dai pochi secondi a un paio di giorni: poi gli algoritmi dei newsfeed o la concorrenza di amici, pubblicità e influencers oppure, banalmente, i cambi delle logiche di business dei colossi digitali, archiviano. Ciao ciao, quella bella foto va nel dimenticatoio. Il sito web allunga la vita dei contenuti.
– L’idea che l’uso dei social network permetta di raggiungere un pubblico più vasto è parziale: se sponsorizzati - e quindi pagati -, i contenuti godono di una visibilità amplificata, anomalo se non lo fosse. Aspettarsi, però, che in maniera organica tutti quelli a cui è stato chiesto un like siano raggiunti da quelle iniziative è come aspettare Godot: hai voglia! E poi: come possono fare a tenersi aggiornati quelli che Facebook, Instagram o Birillo non ce l’hanno e non ne vogliono sapere? Il sito web permette di raggiungere una varietà di pubblico più ampia.
– Facebook ha un font illeggibile, diciamocelo. Inoltre se il contenuto è dell’azienda, di Trump o della signora Filomena del piano di sotto, l’impatto estetico-emotivo del fruitore è praticamente lo stesso. Non è possibile personalizzare i propri testi, né diversificarli da quelli di un concorrente. Il sito web permette di personalizzare l’esperienza degli utenti.
– I social network tendono a nascondere i propri contenuti dalle ricerche (non tutti, ma quasi). Se non è cercata sulla piattaforma, quella iniziativa su Google potresti non trovarla. Il sito web permette di indicizzare i contenuti e di renderli fruibili nei risultati dei motori di ricerca.
Infine, un sito web personalizzato, curato e aggiornato amplifica la reputazione dell’azienda, ne definisce il valore, ne migliora l’immagine.
Il sito web rende riconoscibili e raggiungibili. Senza, chissà se esisti davvero.