Pretese #07
La guerra dei chatbot #
ChatGPT è, per Google, come “un allarme antincendio che suona”: soluzioni come i chatbot potrebbero alterare il modo in cui le persone fanno ricerche, distruggendone il business. Google ne è all’altezza, ma i suoi chatbot non sanno ancora adattare le risposte agli annunci, e questo è un problema. Se Google ti desse, attraverso un chatbot, la risposta perfetta a ogni domanda, nessuno cliccherebbe più su nessun annuncio, e per Google è un problema. Tra l’altro, Microsoft ha deciso seriamente di investire su ChatGTP per il suo motore di ricerca, Bing: 10 miliardi di dollari, secondo Bloomberg.
Notifica della modifica #
Rispetto a Twitter, su Mastodon è possibile modificare i toot: se si modifica un post che qualcuno ha ricondiviso, Mastodon lo avvisa. Questo per evitare che restino messaggi zombie in giro o che vengano condivise parole che, al momento del boost si approvavano e oggi non più. Era una cosa che fino a qualche settimana fa non sapevo. Ne sono rimasto piacevolmente sorpreso.
Bidet #
Il valore delle azioni Tesla ha raggiunto il livello più basso da agosto e, al contempo, Musk è stata la prima persona al mondo a perdere 200 miliardi di dollari. Più che di un lavandino, avrà bisogno di un bidet.
Dissidenti stretti #
Yuri Dmitriev è un dissidente russo. Il suo discorso prima della condanna è da brividi. È un allegato di tenerezza e rabbia a una recente puntata del podcast Globo di Eugenio Cau che, tra le altre cose, ne parla.
Non è Twitter #
Eugen Rochko ha rifiutato diversi investimenti per centinaia di migliaia di dollari da parte di venture capitalist della Silicon Valley che avrebbero voluto finanziare l’accelerazione della crescita di Mastodon. «Non deve diventare in tutto ciò che odiate di Twitter», ha detto. Tra l’altro, ora Mastodon ha una sua roadmap pubblica ufficiale.
Servono e poi non più #
Per le big tech companies i lavoratori non sono altro che strumenti funzionali alla crescita, meccanismi di un sistema che, al raggiungimento o alla perspicuità del fallimento dell’obbiettivo, non sono più necessari. Lo facevano le aziende produttive prima, lo fanno quelle di servizi tecnologici oggi. Non è una crisi (nuova) del settore IT, è evidentemente una crisi (vecchia) di umanità, dignità e pietà.
Il posto dei robot #
Sempre a tema lavoro: «Considerando la distribuzione dei lavoratori italiani nelle professioni più o meno suscettibili all’automazione, emerge che 3-7 milioni di persone (pari al 18-33 per cento circa della forza lavoro) potrebbero essere ad alto rischio di sostituzione da parte delle macchine nei prossimi due decenni.» Su Internazionale.
Scelte adeguate #
«L’altro cambiamento che stiamo vivendo, e di cui forse fatichiamo tuttora a comprendere la portata, riguarda la trasformazione digitale. Occorre compiere scelte adeguate, promuovendo una cultura digitale che garantisca le libertà dei cittadini». Il Presidente della Repubblica Mattarella, durante il suo discorso di fine anno.