Pretese #14
Un po’ di cose diverse questa settimana, molte delle quali – come capita spesso – raccolte da Il Post: mi rendo conto che lo linko spesso, ma è parte integrante della mia dieta mediatica e a volte, anche solo per leggere una notizia in una volta sola, aspetto che ne faccia un articolo omnicomprensivo. Spesso capita. Per il resto, si accenna senza pretese a donne nell’informatica, le prime; a TikTok in EU, a un anno di guerra e ai podcast, agli scacchi e all’obsolescenza dei software; a fotografi che non lo sono, al suono dei modem e ai fessi.
Inchini #
Frances “Betty” Holberton, Kathleen “Kay” Antonelli McNulty, Marlyn Wescoff Meltzer, Ruth Lichterman Teitelbaum, Frances Bilas Spence e Jean Jennings Bartik sono le informatiche che lavorarono all’ENIAC, uno dei primi computer elettronici. I loro nomi furono riconosciuti dopo oltre quarant’anni.
Cerotto #
Il fatto che i dipendenti della Commissione Europea potessero installarsi in autonomia TikTok sui telefoni aziendali e che una policy specifica non ne impedisse l’istallazione in autonomia, ecco, com’era prima, quello era un problema serio, non il divieto imposto durante l’ultima settimana.
Quello è un cerotto, ma la ferita sanguina da parecchio.
Un anno #
L‘ ultima puntata di Globo, il podcast de Il Post condotto da Eugenio Cau, dove si discute con Daniele Raineri dell’Ucraina, della Russia, della guerra e di quello che significa per chi ha vissuto lì buona parte dell’ultimo anno, è una puntata illuminante. Da ascoltare e condividere.
Obsolescenza, programmata #
L’obsolescenza non la puoi programmare, a mio avviso, ma puoi programmare male per rendere obsolescente, prima, un software. Non credo sia stato programmato male, Chess.com, ma certamente non è stato sviluppato con l’idea che un giorno, magari, chissà, un giorno potesse fare il botto. E lo ha fatto.
Ogni giorno vengono creati oltre 250.000 nuovi account. Le persone giocano tantissimo: in media 16.000 mosse al secondo. […] A volte, proprio come quando qualcuno si allena troppo e deve fermarsi e riprendere fiato, anche i nostri server si esauriscono e devono riprendersi. Quando ciò accade, smettono di funzionare e il nostro sito e le nostre app non rispondono. […] non c’è nulla di “rapido” che possiamo fare per risolvere il problema.
Handshake #
Chi non lo ha vissuto, quel periodo, non può capire l’ansia e l’attesa e la frenesia mista alla gioia che ci prendeva durante l’ascolto dei suoni dei modem 56K che, con calma, ci accompagnavano finalmente su Internet. Ma a cosa servivano?
L’avvio udibile serviva però per assicurarsi che la chiamata telefonica fosse stata avviata correttamente, visto che il numero di telefono doveva essere impostato a mano sul computer. In caso di errore, il chiamante avrebbe sentito la voce di qualcuno all’altro capo della linea e avrebbe fatto in tempo a sollevare la cornetta del telefono di casa per dare qualche spiegazione.
Confessioni di un influencer #
Un utente Instagram che pubblica fotografie non è detto che sia un fotografo, o che abbia la passione della fotografia, o che faccia fotografie, proprio. Jos Avery è influente su Instagram, è molto seguito, aveva 12K follower, i suoi ritratti sono stupendi ma quasi nessuno si è mai accorto che non sono suoi, gli scatti, ma generati con un’AI. Lo ha confessato ad Ars Technica. E ora ha 30K follower.
Come Camus #
Non ho mai apprezzato a pieno – colpa mia, magari – i libri di Byung-Chul Han. Non lo so, l’ho sempre letto con diffidenza. Giulio Silvano su RivistaStudio conferma i miei sospetti.
In una quinta ginnasio oggi ci si immagina che si possa rimorchiare con un Han sotto al braccio come si poteva fare un tempo con un Camus.
Via.
Senza bollino #
Non ho mai usato iCloud per salvare le mie password, sono ben ancorato al mio password manager preferito. Non sapevo dunque che su iPhone fosse anche possibile gestire l’autenticazione a due fattori inserendo il codice di verifica.
Buono per chi non vorrà pagare Twitter.
Content reader #
Leggo le newsletter su Feedbin: ho un indirizzo email alias col quale attivo le varie sottoscrizioni, questo inoltra tutto all’indirizzo dedicato generato da Feedbin e tutti i messaggi vanno a finire direttamente nel mio content reader, in un’apposita directory dedicata. Più o meno come fa Chris Coyier.
Richiamo di nuovo Feedbin perché ha la caratteristica specifica non solo di leggere i feed RSS ma anche le newsletter via e-mail. Feedbin ti fornisce un indirizzo email univoco e, se lo usi per iscriverti alla newsletter via email, l’email arriverà nel tuo Feedbin e potrai leggerla lì.
Se paghi #
Meta vuole introdurre per Facebook e Instagram, in via sperimentale, un sistema di verifica tipo Twitter. Come si diceva? Se non paghi, il prodotto sei tu.
Se paghi, sei pure fesso.