Pretese #15
Si parla di Mona, e potrei anche chiuderla qui. Ma si parla anche di Mastodon, di Nokia che si rifà il trucco, di Google e degli investitori che non si fidano più; di Microsoft ♥️ iPhone, e di Linkedin ♥️ imbarazzo; di social network che si pagano e di ChatGPT, ChatGPT ovunque!
Just another Mastodon app #
Mi riesce sempre meno di seguire la mia timeline Mastodon ma, grazie a Mona (ne ho già lette tante, evito altri commenti sul nome), riesco con sufficiente attenzione a leggere quanto meno i contatti con i quali ho il piacere di interagire: l’app mi fa accedere alle liste direttamente dalla barra di navigazione e rende tutto molto comodo, semplificandomi la fruizione della timeline dei “preferiti”. Non posso far altro che consigliare.
La premessa però è indicativa: senza un algoritmo che permetta di dare priorità a determinati contatti, che evidentemente col tempo tendono ad aumentare, diventa praticamente impossibile seguire il flusso di coscienza del social network.
Qualcosa che migliori quest’esperienza va pensato prima che sia tardi.
Connecting people #
A me, il nuovo brand Nokia, non dispiace affatto. La vecchia società è morta da parecchio, smembrata e ricostruita con gli avanzi più di una volta: cos’ha di iconico la carcassa di una big tech? Nulla più, a mio avviso. Meglio una cosa fresca che si connetta con più aderenza alla nuova mission aziendale.
Vogliamo lanciare un nuovo marchio che punta molto sulle reti e sulla digitalizzazione industriale, che è una cosa completamente diversa dai vecchi telefoni cellulari.
– Pekka Lundmark, CEO di Nokia
Non si fidano più #
Il mercato è cambiato, i fondi di investimento pressano per massimizzare i profitti, le banche centrali hanno aumentato i tassi, gli utenti stanno tornando a sentire la necessità di servizi offline, loro continuano a licenziare e gli investitori non si fidano più.
Cosa vuole ottenere Google, che fa ancora profitti miliardari, licenziando migliaia di dipendenti? […] A 3.500 chilometri dalla Silicon valley una donna, che forse conosce la risposta a questa domanda, parla al telefono con Die Zeit. Kim Forrest, 60 anni, ha fondato la Bokeh Capital Partners, una società di investimenti di Pittsburgh. […]
Forrest non è molto ottimista. “Le persone hanno voglia di tornare al ristorante e di provarsi un paio di scarpe prima di comprarle”, dice. Più di così queste aziende non possono crescere e per gli investitori al momento sono bloccate in una sorta di terra di nessuno: hanno perso capacità di attrazione agli occhi di chi puntava su quotazioni in forte crescita, mentre chi setaccia Wall Street in cerca di occasioni comprando azioni di aziende sottovalutate, non si fida più di loro, neanche quando assicurano che la smetteranno di bruciare tutti quei miliardi.
iPhone link #
Una cosa che mi manca, lavorando con un PC Windows, è il non poter accedere alle informazioni essenziali del mio iPhone (telefonate, messaggi e contatti). Microsoft ci sta mettendo una pezza.
Ha visitato il tuo profilo #
Accedo a Linkedin sempre meno. Non mi ci sono mai trovato ad agio, lo uso poco e solamente per pubblicare qualche collegamento al blog e aggiornarmi sulla comunicazione legata al mio lavoro. Ho pochi contatti, per lo più colleghi e tanto SPAM; le notifiche sono un delirio progettato con nitida confusione; gli inviti a passare all’account a pagamento una devastante interferenza.
Lo trovo inusabile e, per certi aspetti, anche assai imbarazzante.
Alcuni pubblicano suggerimenti per far crescere velocemente una startup, altri trasformano semplici interazioni che hanno avuto con colleghi o amici in lezioni di vita, altri ancora postano brevi frasi generiche, fatte per essere condivise da migliaia di persone. Spesso il risultato sono post individualisti, melensi e colmi di retorica, orientati verso l’idea di dover raggiungere soldi e successo.
Negli ultimi anni, i post dei LinkedInfluencer sono diventati talmente prevedibili che è stato creato un sito che genera automaticamente degli esempi che potrebbero diventare virali: è addirittura possibile impostare il livello di “cringe” – cioè del disagio imbarazzato, nel gergo di internet – che si vuole suscitare nei lettori.
Ciao, tutto gratis #
Già da tempo si diceva che sul web non c’era più niente di gratuito, ma a breve non lo saranno nemmeno più i social network.
Secondo Shirin Ghaffary del sito Vox, però, il caso di Meta Verified dimostra che la monetizzazione dei social media è ormai «un trend che riguarda tutto il settore»: i tempi in cui i social media erano gratuiti per tutti gli utenti potrebbero essere finiti.
ChatGPT, ChatGPT ovunque! #
OpenAI ha annunciato la disponibilità delle API per sviluppatori per accedere a ChatGPT.
[…] app developers can extend their apps’ abilities with OpenAI technology for an ongoing fee based on usage.
Buon divertimento a tutte e a tutti!