Ode agli indipendenti
Google, Apple e Microsoft producono software ma guadagnano vendendo altro, possono perciò permettersi di rilasciarlo in maniera grossomodo gratuita. L’idea che si è creata è che, quindi, il software che usiamo debba essere economico o non debba essere pagato.
L’effetto ulteriore di questa considerazione è che non viene più dato valore al software che usiamo: si è un po’ perso il senso di quanto valore può dare un software di qualità, al netto di ulteriori parametri da tenere in considerazione, come la privacy o il rapporto con lo sviluppatore.
Ne scrive sul suo blog Steph Ango, CEO di Obsidian.
Se vuoi vivere in un mondo con più di una manciata di produttori di software, allora spendi un po’ di più in software indipendente di qualità. Merita i tuoi soldi guadagnati duramente.
Per uso personale utilizzo molti software di produttori indipendenti, alcuni a titolo gratuito, perché open-source o perché non ho l’esigenza di passare a piani a pagamento, altri acquistati una-tantum o onorandone una sottoscrizione. Forse non ne uso abbastanza. Starò più attento a come spenderò i miei soldi.