Cerco altrove
Sono sempre più distante da Google. Al di là del problema della privacy, che non è un problema da poco, e dell’invadenza con la quale cerca di distillare ogni spostamento del mio dito per propormi pubblicità mirata, ne sto facendo molto a meno a causa della sempre maggiore insignificanza del suo motore di ricerca nella mia vita e nelle mie ricerche online.
Da settimane uso quasi esclusivamente DuckDuckGo e Qwant, il primo come default e il secondo come alternativa. Entrambi sono attenti alla privacy e non raccolgono né condividono informazioni personali.
I risultati sono più che soddisfacenti. Non sento per niente la mancanza di Google e, anzi, la dico brutta, a volte sembra quasi che sia Google a essere sopravalutato.
Le sue ricerche sono spesso superficiali e decontestualizzate, a volte così concentrate sull’attualità e sulle notizie da non riuscire a tirare fuori contenuti più storici e strutturati. In qualche modo, poi, giacché godranno di una importante rendita, su argomenti simili mostra i risultati sempre e unicamente pescati dalle stesse fonti.
Oltre ai due motori che uso, altri stanno prendendo piede in maniera più o meno prorompente: ce ne sono che piantano alberi, di open-source, a pagamento, sicuri e criptati. E poi c’è Bing – che però non risolve alcuni problemucci di ingerenza che ha pure Google.
Non è finita, figurarsi. La quota di mercato di Google è ancora immensa rispetto agli altri, ma le percentuali sono in discesa. Non gongolo, ma non googlo nemmeno. Resto a guardare, ma intanto cerco altrove.