Il primo social network
Navigando in maniera quasi ossessiva su decine di blog personali, sono arrivato alla conclusione che l’universo del blogging, tutto sommato, gode di buona salute; quello delle email, invece, no.
Da quando il podcast Hemispheric Views ha dato vita al trend sulla pubblicazione delle proprie app di default usate nel 2023 e, di conseguenza, ha elencato i blog che ne inviavano la propria, un po’ come attratto dal miele ho iniziato a ronzare, con una curiosità al limite della morbosità, attorno ai giardini digitali di parecchi blogger, soprattutto non italiani.
Mi ha incuriosito conoscere le soluzioni usate da professionisti e utenti di ogni parte del mondo, ma anche il design, le scelte grafiche, le font, le piattaforme di pubblicazione e le pagine di presentazione. La ricerca mi ha portato a valutare soluzioni diverse per applicazioni e servizi che uso tutti i giorni e mi ha pizzicato il naso su alternative che mi erano ignote o che conoscevo ma che per pigrizia o tempo non prendevo in considerazione. Ma questo è un altro tema.
I blog sono tanti e l’esperimento ha portato all’apertura di nuovi spazi digitali (alcuni, al momento della mia visita, avevano un solo post: quello sulle app di default). Ho iniziato a seguire tanti feed e a conoscere blogger molto interessanti, che trattano temi non necessariamente a me vicini e che condividono buona parte della propria esistenza online: è stato un bel tuffo nel mondo del blogging internazionale, un tuffo in un mare fresco e vitale.
In diversi casi ho contattato personalmente i tenutari per un complimento, una considerazione, un suggerimento. Sono nate discussioni interessanti e piacevoli conversazioni. Alcune volte, però, non sono stato in grado di contattarli via email: nella pagina about o in quella dei contatti, o nel footer o in qualsiasi altro posto del sito, l’indirizzo email era assente.
Ho scritto molto spesso via Mastodon e qualche volta, invece, ho usato Telegram. L’email, nonostante la rilevanza del mezzo e i tanti servizi che provano a renderla cool, non sono riuscito a usarla almeno per il cinquanta per cento circa dei destinatari.
Il motivo non saprei spiegarmelo e non nascondo che sto valutando di avviare una recall per provare a chiederlo. Non pubblicare il proprio contatto email sul blog, anche un indirizzo dedicato e di scopo, creato apposta per essere condiviso, oggi che i server di posta hanno dei sistemi anti-SPAM sufficientemente sicuri e affidabili, mi sembra uno schiaffo alla possibilità di creare comunità e collegamenti stabili.
Mi sembra un pezzo mancante alla logica stessa dell’avere un blog, come un puzzle che non si completa. È una bella villetta in stile californiano ma senza la cassetta della posta sulla strada, lungo il limite del proprio giardino, a cui ci hanno abituati film e serie-TV. È un peccato, che manchi così tanto spesso.
L’email è il primo social network. Saper comunicare via email è fondamentale e riuscire a gestirla è una competenza necessaria per chiunque abbia una finestra affacciata su Internet, personale come un blog o meno che sia.
Il mio indirizzo è pubblico e mi piace usarlo per le mie corrispondenze: un messaggio in una chat è estemporaneo e muore nel tempo della risposta, alcuni scambi via email hanno invece un profumo di vicinanza e di intimità che, altrove, non potrai mai sentire.