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Pensiamo a scrivere

Qualche settimana fa l’ho anticipato e, mordendomi le labbra, ho fatto cenno all’avvio del periodo di prova di Day One, l’app che avrei potuto usare per il mio journaling. Le ho morse così tanto che, tra dolore e piacere, ho mollato la presa e ho deciso di confermarne l’uso.

Su Obsidian c’è tutto il resto, che non è poco: un vault con tutte i miei progetti e i contatti di lavoro, un’altro con le note personali, le organizzazioni dei miei viaggi, i workout (a farne!), le citazioni, i bookmark, le liste statiche e tante varie ed eventuali. Non è certamente poca roba e ne sono estremamente soddisfatto, ma per il mio diario del giorno ho valutato l’opportunità di usare esclusivamente Day One.

Premetto che ancora oggi, quando ci penso, un po’ d’amaro comunque lo assaporo, che non ho le mie note come le volevo, ma non posso non evidenziare che il mio processo di memorizzazione dei ricordi è migliorato parecchio e con soddisfazione.

Ed è migliorato per un motivo principale: rispetto a Obsidian, Day One — che è sviluppato appositamente per fare una sola cosa e che, con alti e bassi, la fa bene — non mi impone frizioni. Tappo sul bottone che mi apre l’interfaccia di aggiunta di una nuova nota; la scrivo o la incollo; fine. Su Obsidian, per quanto avessi creato dei flussi che mi favorivano e velocizzavano l’interazione, la gestione era giocoforza più meccanica.

Quindi diciamolo, comunichiamolo al mondo, ascoltatemi tutte e tutti: senza remore, o forse poche, ho deciso di consolidare la mia sottoscrizione.

Altre cose confortevoli che ho trovato in Day One sono:

  1. la gestione dei media, che è evidentemente un plus: ci sono fotografie che non ha senso conservare nella galleria ma che ho il piacere comunque d’archiviare, magari collegandole a un appunto che mi faccia da memoria, ma l’idea di poter salvare anche video con la stessa logica, mi aggrada;

  2. la localizzazione della posizione, che è una cosa di cui non avevo bisogno finché non ce l’ho avuta;

  3. il suggerimento di alcune attività recuperate dal dispositivo (fotografie, attività sportive, musica) alle note che, pure, è una cosa che non usavo e che non avrei mai detto di usare, finché non ho avuto la possibilità di usarla;

  4. la gestione di più diari e il non avere un unico cassettone dove infilarci tutto dentro.

Resterò un abbonato per SEMPRE? Non lo so, francamente, ed è presto per proiettarmi così in avanti. Day One permette di esportare agilmente tutto e ho già considerato l’esistenza di decine script per convertire le note in markdown, al caso. Per ora va bene, e quando me ne sarò annoiato penserò a dove riposizionare i miei contenuti privati. Intanto, di tanto in tanto ne faccio un’esportazione, cripto e backuppo.

Day One è la soluzione definitiva per tutte e tutti coloro che vogliono tenere un proprio diario personale digitale? Macché, ne esistono decine, ognuno si scelga la propria e se vuole ne parli. Anche con me. Obsidian è una valida alternativa, ma serve a fare così tante altre cose, e le fa così tremendamente bene, che mischiarci dentro anche riflessioni intime e personali non mi è parso il caso.

Adesso pensiamo a scrivere.