Il passeggiatore a Napoli
Napoli non la conosco benissimo. Mi mancano un sacco di informazioni, di luoghi, di persone e di riti. Napoli, per me che ci abito accanto, è poco meno di un mistero. A parte il caos, il traffico, i musei e qualche passeggiata, il resto è mito.
E allora quando è uscito il numero di The Passenger dedicato a Napoli, la bellissima rivista a forma di libro, o libro a forma di rivista, pubblicata da Iperborea, non ho faticato a comprarne una copia.
Non nascondo però che leggerlo è stato faticoso. Dacché ho letto la prima pagina all’ultima sono trascorsi quasi sette mesi. Il carattere scelto è molto piccolo, il testo è intenso – sia per formattazione che per contenuto – e, soprattutto, la scelta di partire con le storie di politica e di camorra, all’inizio, mi hanno annoiato non poco nella fase di start-up.
«’E storie di famiglia mi sono entrate dentro. ‘A sensibilità ppe chistu lavoro ce l’hai innata» aggiunge Giuseppe.
Sono parole che riescono a farmi connettere i tanti punti distanti di questo piccolo viaggio nel rapporto tra antico e moderno a Napoli: è un gioco delicato fatto di rimandi culturali e sociali, dell’importanza della famiglia e della tradizione, di fattori urbanistici che si legano a un senso di appartenenza che i napoletani sembrano coltivare di più che in altre parti d’Italia. È una realtà unica seppure fragile e minacciata non solo dal turismo di massa ma anche dall’avanzare stesso di Napoli nel futuro, nel modo in cui vengono vissuti i beni culturali rispetto al passato, con più rispetto ma forse anche con maggior distacco.
Tutto sommato lo consiglio, e lo consiglio a chi, sopratutto, Napoli un poco la conosce già. Se vuoi capire Napoli da spunti così randomici, per quanto molto approfonditi, non lo so, non è un testo che mi sentirei di suggerire. Meglio le Lonely o cose così.
Buon viaggio, da ovunque venga.