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Poi, promesso, andiamo avanti

Ci sono cose che si possono scrivere agilmente e che diventano in poco tempo vita vissuta, storia, passato raccontato. Altre, invece, ribollono, borbottano nella testa e rilasciano nell’aria un profumo acre di apatia. Cose che le proveresti pure a metterle su carta, ma che sfuggono e non ti stanno a sentire, non raccontano e non spiegano, cose che alla fine forse è meglio tenere per sé. Che si fotta pure, il blog.

Cose come una cosa recente, una cosa che mi ha coinvolto a lavoro e nella quale non entro nel merito adesso ma che farò quando la pioggia avrà smesso di cadere, sia uscito poi o meno l’arcobaleno.

E quindi su queste pagine cercherò di far finta che niente stia succedendo e proverò a dare seguito alle intenzioni originali del contenitore che stai leggendo, tralasciando il contesto di interesse, implicazione e responsabilità nel quale sono stato mio malgrado coinvolto, e rimando la spiegazione a data da destinarsi.

Tutto fa esperienza. Anche una notte di tempesta passata da soli, senza riparo, in una foresta. Se ne esci vivo e riesci a raccontarlo, ovviamente.