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Blog

2019


Rinviare è un problema esistenziale

La procrastinazione è uno stato d’animo. Non è un approccio errato al lavoro ma la reazione a una condizione psicofisica negativa indotta da ansia, noia, insicurezza, bassa autostima, frustrazione eccetera. È un problema legato alle emozioni e non alla produttività.

Le storie di ieri

Il mio primo viaggio all’estero lo feci a Praga. Ero con degli amici e raggiunsi la città d’estate, in treno e con pochi soldi. Ma Praga costava poco, la corona ci permetteva di scialare, eravamo ricchi. Una birra da mezzo litro, me lo ricordo ancora, al cambio faceva 50 centesimi di euro. Sarà che avevo 21 anni, sarà che era la mia prima volta all’estero da solo, ma quella birra era buonissima. Un hot dog in strada, poi, costava solo 15 centesimi. Con un euro mangiavo e bevevo, a Praga nel 2004. Ad ogni angolo.

2018


Baciami senza la paura della rete

Ero ai tavolini di un bar di provincia, prendevo un caffè con la mia compagna e accanto a noi erano seduti due ragazzi, una coppia, entrambi piegati sullo smartphone. Giocavano a Ruzzle, ognuno la propria partita. Sono stati lì parecchio tempo, in silenzio, concentrati sul proprio dispositivo, isolati, senza conversare. Sarebbe stato facile trarre conclusioni sul loro modo di passare la serata, e certamente noi traemmo le nostre, non lo ricordo. Era il 2012, questo modo di stare soli anche insieme esisteva già prima, non ha smesso di esistere dopo.

Podcast, i miei ascolti del 2018

Tutto è nato con la radio. C’erano un paio di programmi che non riuscivo ad ascoltare in diretta¹, per tempo e per orari, di cui quindi ne ascoltavo la registrazione. A quelli se ne aggiunsero altri, poi format pensati ad-hoc per il canale: oggi non ne posso fare a meno.

Forma, qualità e funzione: la ricerca del punto debole

Ho programmato codice per tanti anni, poi ho smesso, come con le sigarette. Ora fumo qualche sigaro di tanto in tanto, e quando ne capita l’occasione mi faccio di bash scripting. Non ne sento la dipendenza ma sporadicamente un costrutto, un array o un if concatenato aiutano a migliorare il mio stato psico-fisico, a soddisfare la mia assuefazione nerd. Una tiratina di shell e via, la dose giusta per non ricadere nell’abitudine. Un po’ di confusione, poi mi sento meglio di prima.

Acqua e vento, Facebook

C’era un amico che in maniera goliardica quando si congedava salutava con un malaugurante «acqua e vento!»: invece di augurare buona giornata o buona salute, lui si accomiatava auspicando tempesta. Acqua e vento!, e andava via.

La passione scava l'abitudine

I nostri dati sono ovunque. Possiamo limitarne l’accesso, ma non smetteremo di usare Google, né Facebook, né il web. È una battaglia impari e già persa, scrive Ian Bogost.

Mi vendo la privacy che non ho

I nostri dati sono ovunque. Possiamo limitarne l’accesso, ma non smetteremo di usare Google, né Facebook, né il web. È una battaglia impari e già persa, scrive Ian Bogost su Internazionale.

Che lavoro fai? Risoluzione di una crisi professionale

Non amo il mare, meno ancora amo passare un lungo periodo di vacanze al mare. Non amo il sole, in verità, né starci nelle ore più calde della giornata. Né la sabbia, né il sale, né l’abbronzatura. Ma il mare si deve fare, diceva mio nonno, e io l’ho fatto. Per i bambini è necessario lo iodio, dicono, e la vitamina D, e allora mare.

Tutti comunichiamo e dovremmo sapere come farlo

La settimana scorsa mi trovavo fermo in auto in attesa che un’area di sosta si liberasse e mi fosse possibile parcheggiare, segnalando il mio intento con le quattro frecce attive e la retromarcia innestata. Un motociclista, non appena l’altra ha sbloccato l’accesso alle strisce, si è apprestato arrogantemente ad occupare il mio posto (me lo ero conquistato con minuti di noia e pazienza!) lasciandomi a metà manovra e rischiando di prenderlo in pieno. Il centauro in t-shirt è sceso dallo scooterone, ha gesticolato qualcosa nei miei confronti come risposta alla suonatina di clacson ed è entrato nella tabaccheria di fronte. L’uomo aveva stampato sul petto, in bella evidenza, il logo di un’azienda nostra cliente. Ne era, visibilmente, un dipendente.