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2018


Che lavoro fai? Risoluzione di una crisi professionale

Non amo il mare, meno ancora amo passare un lungo periodo di vacanze al mare. Non amo il sole, in verità, né starci nelle ore più calde della giornata. Né la sabbia, né il sale, né l’abbronzatura. Ma il mare si deve fare, diceva mio nonno, e io l’ho fatto. Per i bambini è necessario lo iodio, dicono, e la vitamina D, e allora mare.

Tutti comunichiamo e dovremmo sapere come farlo

La settimana scorsa mi trovavo fermo in auto in attesa che un’area di sosta si liberasse e mi fosse possibile parcheggiare, segnalando il mio intento con le quattro frecce attive e la retromarcia innestata. Un motociclista, non appena l’altra ha sbloccato l’accesso alle strisce, si è apprestato arrogantemente ad occupare il mio posto (me lo ero conquistato con minuti di noia e pazienza!) lasciandomi a metà manovra e rischiando di prenderlo in pieno. Il centauro in t-shirt è sceso dallo scooterone, ha gesticolato qualcosa nei miei confronti come risposta alla suonatina di clacson ed è entrato nella tabaccheria di fronte. L’uomo aveva stampato sul petto, in bella evidenza, il logo di un’azienda nostra cliente. Ne era, visibilmente, un dipendente.

I limiti che liberano la reputazione di una brand

Spiegare ad un’azienda l’importanza della cura della propria immagine non è un impegno semplice. Tutti i membri attivi di una complessa macchina aziendale, a prescindere dal ruolo e dalle responsabilità, dovrebbero tenere a cuore la percezione dell’immagine della realtà in cui lavorano, del marchio che rappresentano confrontandosi con l’esterno, della reputazione della propria azienda con clienti, fornitori e terzi: non succede mai.