Over the past year, I haven’t read much. Or rather, I’ve read quite a bit—compared to the average of my fellow countrymen—and as much as I would have liked—compared to the goal I had set myself on Literal.
Premetto che non mi considero affatto un padre modello. O meglio, diciamo che faccio il possibile per provaci – tant’è vero che, per ricordarmelo, me lo scrivo anche sulla pagina delle cose che faccio adesso – ma non sono ancora convinto che ci riesca al meglio possibile.
Se le più rilevanti istituzioni occidentali sono costrette a “suggerire”, “comunicare” o “ordinare” ai propri dipendenti di disinstallare TikTok senza poter agire autonomamente con un MDM, è un problema serio di sicurezza di dati, contenuti e infrastrutture. È folle.
L’idea era che grazie allo, o per colpa dello, smartphone, il lavoro ce lo portiamo ovunque, soprattutto a casa: chi lo avrebbe mai immaginato che, nelle settimane immediatamente successive, avremmo lavorato soprattutto da casa.
Il fatto che l’attenzione sia l’unica cosa che possediamo realmente nelle nostre vite, come Mark Manson racconta in questo bel post segnalato dalla newsletter di Pocket, forse è un’esagerazione, ma l’utilizzo maniacale e compulsivo dello smartphone che alcune persone hanno in pubblico, anche durante una discussione, anche proprio mentre stanno parlando, avvelena la nostra attenzione e distrugge la nostra concentrazione (oltre ad essere terribilmente irritante). Non posso che concordare.