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tecnologia

2023


Vita sana con tecnologia sana

Al netto di tutti i benefici a cui ci ha abituati la tecnologia, di cui sono laicamente entusiasta, porsi riflessioni sull’indirizzo che stiamo prendendo è di certo il miglior modo per tenere alta l’attenzione sulle storture e sui lati negativi di questa rivoluzione stupenda che, nel bene e nel male, ha cambiato irrimediabilmente il destino del genere umano.

Il contrario di capire tutto

❝ Studiare aiuta a fare distinzioni nelle cose invisibili, a non confondere l’intervento divino o magico con l’avanzamento tecnologico. Studiare scienze, più specificamente, consente di non percepire la tecnologia come fenomeno magico o religioso, ma come risultante di un avanzamento di umane umanissime conoscenze affette da errore e passibili di evoluzione e miglioramento.

Le intelligenze ci miglioreranno

Come ogni tecnologia che tende a sfidare lo stato di cose, non credo che le AI indeboliranno la nostra società, seppure a primo acchito sarà inevitabile che ci porranno davanti dubbi, inquietudini, cambiamenti e riflessioni difficili. Ma se non restiamo solo a guardare ci miglioreranno.

Cosa potrà più sorprenderci

La scienza e la tecnologia stanno rallentando la loro capacità di generare conoscenza rivoluzionaria? Oggi la tecnologia è la normalità, è le azioni di tutti i giorni. Osserviamo cose straordinarie semplificate fino all’inverosimile, viviamo le scoperte con l’approccio di chi ne sa tante, ci stupiamo un attimo ma poi scrolliamo le spalle in attesa del prossimo annuncio entusiasmante. Cosa potrà più sorprenderci?

2022


La classe della ricreazione

I bambini e le bambine dovrebbero studiare i sistemi e le logiche su cui si baseranno le tecnologie future, e non tanto quelle oggi. Circa la metà dei lavori attuali, soprattutto quelli di routine, verranno eliminati o automatizzati nei prossimi 20 anni: in un mondo che evolve e cambia in maniera così rapida, dovremmo quindi insegnare loro le capacità di imparare, di adattarsi, di progettare, di analizzare, di empatizzare.

2019


L'utopia abbandonata

Non ho mai seriamente approfondito il contributo che Adriano Olivetti ha donato alla tecnologia durante lo scorso secolo, non quanto abbia letto e approfondito su Jobs, Bezos, Musk, per capirci. Mea culpa. Nemmeno sono mai stato a Ivrea, l’ex capitale del design industriale, dove la Olivetti aveva il proprio quartier generale. Non ho quindi faticato a trovare così affascinante il racconto del magazine del New York Times su quella che era la città, l’azienda e l’utopia di Olivetti di creare un modello di welfare aziendale esportabile in tutto il mondo.