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2024


Altre cose di cui scusarsi

Secondo notizie pubblicate di recente, nel 2013 Facebook ha concesso a Netflix la possibilità di accedere ai messaggi privati dei propri utenti.

Mi spiace ma

Mark Zuckerberg chiede scusa, durante un’udienza al Senato degli Stati Uniti, alle famiglie di bambini e ragazzi che si sono fatti del male, che hanno avuto gravi problemi o, addirittura, che si sono suicidati in conseguenza alle esposizioni sul suo social network.

Un vecchio trucco

Facebook sta chiedendo ai propri utenti il permesso per essere tracciati quando cliccano su un link che dalla piattaforma direziona verso l’esterno.

2022


Restare a casa nel metaverso

Facebook è nato per rivalsa nei confronti una ragazza ed è maturato come piattaforma di comparazione estetica di studentesse universitarie. Che risposta si poteva aspettare da Meta una utente molestata su Horizon Worlds?

2020


Il giardino recintato

Facebook sta unificando i servizi di messaggistica di Messenger e di Instagram. Immaginabile che seguirà anche WhatsApp. Internet sta diventando sempre di più un giardino recintato, ma con custodi alla porta che non vogliono farti uscire.

2019


Menare schiaffi al vento

Un paio di settimane fa Facebook ha ricevuto una multa da 5 miliardi di dollari dalla Federal Trade Commission in USA. Nello stesso giorno le azioni sono aumentate del 2%, il suo valore di 10 miliardi di dollari. La multa non ha cambiato il modo in cui la società raccoglie e condivide i dati, gli investitori hanno quindi sostenuto l’azienda perché il modello di business è rimasto invariato e vincente: investire in Facebook risulta ancora assai redditizio.

Il criptovalore della privacy

Facebook ha lanciato la propria criptovaluta con il supporto di partner d’eccellenza (VISA, Mastercard, Uber, Vodafone, Spotify, Paypal, Ebay e tanti altri) e creando un’organizzazione indipendente con base in Svizzera. Zuckerberg non è attendibile in tema di privacy e sicurezza, e quando si parla di soldi un minimo di credibilità è necessaria: se non si muoveva in questo modo, probabilmente in pochi lo avrebbero preso sul serio.

Facebook e la mancanza di rispetto

Facebook ha dimostrato ripetutamente una mancanza di rispetto nei confronti dei consumatori e delle loro informazioni, traendo al contempo profitti dal loro sfruttamento. Lo ha detto il procuratore generale di New York, Letitia James, in merito all’indagine aperta nei confronti di Facebook: ha raccolto gli indirizzi email dei contatti di almeno 1,5 milioni di utenti. Facebook si è giustificata sostenendo si sia trattato di un errore. Un errore, un milione e mezzo di utenti coinvolti.